Qua è tutto strano ma stò cercando di prendere le cose per il mio solito verso, ovvero scoprire una parte di mondo ancora a me sconosciuta.
Per oggi sono stato a Malè, la capitale delle Maldive.
Si raggiunge con 10 minuti di battello dall'aeroporto che è su un'altra isoletta.
Oggi la nazionale Maldiviana ha battuto lo Sri Lanka a calcio e qua sono 6 ore che girano caroselli con clacson e bandiere, in 20 su un camion, ecc...
qua non è obbligatorio il casco e, neanche a dirlo, ovviamente nessuno lo usa.
La cosa, peraltro comprensibile visto il clima, sarebbe il meno se non fosse che hanno una guida che dire folle è ridicolo.
Napoli in confronto sembra una scuola guida all'aperto.
Manca il principio della precedenza, il concetto di corsie e senso di marcia, la minima attenzione quando ci si immette in una strada, c'è la totale noncuranza quando si attraversa la strada...e aver fatto un pò di giri come passeggero dello scooter del ragazzo che mi fa da guida mi ha fatto vedere con volto nuovo la vita....e la morte...
Non saprei contare le volte che mi sono visto in traumatologia per un frontale o ingessato alle ginocchia per aver fatto la fiancata di qualche motorino parcheggiato.
Ovviamente lui era assolutamente tranquillo.
Lui.
Follie viabilistiche a parte, non posso non notare come questo ragazzo di 27 anni di cui non riesco a ricordare il nome, sposato e con un bimbo di 7 mesi, sia l'esempio della gente del luogo.
Come puoi immaginare, essendo in un paese musulmano e avendo avuto raccomandazioni in diversi modi sul comportamento da adottare, ero un pò "preoccupato", mentre invece ho trovato gente gentile e cordiale senza cadere nella caciottaggine che hanno le persone di certe nostre città.
Dopo avermi scarrozzato per la città alla ricerca di una memory card (il cui prezzo, ho intuito, cambiava dall'espressione della mia faccia...) mi ha chiesto se volevo andare con lui a casa sua o tornare in albergo.
Essendo una persona molto poco turistica e amando conoscere le realtà dei posti che visito, ho detto che per me era lo stesso e che lasciavo a lui la scelta, sperando che optasse per la prima opzione, cosa che è effettivamente accaduta.
In un posto come questo pensare di andare in motorino è troppo, quindi.... prendiamo un battello e attracchiamo in un'altra isoletta dal nome impronunciabile.
Questa è molto più dismessa e silenziosa, quasi mesta.
Le strade sono molto buie benchè larghe e nonostante una mia certa preocupazione sono decisamente tranquille.
Dopo aver fatto due passi arriviamo a casa sua.
Vi devo confessare che mi sono sentito in imbarazzo.
In Italia una cosa simile scatenerebbe i servizi sociali.
Dopo un corridoio strettissimo all'aperto di pochi metri si arriva all'ingresso, senza porta nè parete, dell'appartamento formato da soggiorno/cucina di tre metri per tre per due e mezzo e una stanza/dormitoio con un letto matrimoniale che riempiva la metratura della camera.
Non so cos'era maggiore, tra il mio imbarazzo e la sua dignità.
mi ha presentato sua moglie e mi ha mostrato il suo piccolo erede, ribaltato in mezzo al lettone fatiscente.
Dopo un rapido saluto mi fa continuare il giro turistico e andiamo a trovare alcuni suoi parenti, ma non ho capito di che grado.
Tutte le case erano fatiscenti e fatte di lamiera e mattoni grezzi come la sua.
Il paragone con le favelas brasiliane non è molto distante.
Tutti, però, salutavano con un sorriso sincero e gentile, e questo forse mi ha impressionato più della situazione.
A questo punto la mia guida mi riporta a casa sua e mi dice che deve fare una doccia perchè poi deve andare a prendere il resto del team all'aeroporto, quindi si congeda da me per un quarto d'ora e io ne approfitto per avventurarmi da solo per il paese/isola di 7000 anime, a ridosso dell'oceano.
Faccio due passi sulla spiaggie e chiudo gli occhi.
Unico momento di vero benessere interiore della giornata.
La luna è così luminosa che per quanto l'isola sia molto buia, vedo distintamente ogni cosa.
Tornato a casa della guida, che in divisa da tour operator sembra un re in quel contesto, ci rimettiamo in marcia per prendere il battello che ci porta nuovamente a Malè e quindi di nuovo nella follia urbana di questi migliaia di motorini che sfrecciano impazziti.
Su uno di questi ci sono anche io, senza casco, rassegnato al fato.
La popolazione, in delirio per questa storica vittoria calcistica è in strada per festeggiare e io posso godermi la vista di questa gente così lontana da come la immaginavo.
Musulmani si, ma le ragazze passeggiano da sole o tra amiche; benchè con il velo, passeggiano mano nella mano con i loro uomini e fidanzati, alcune ragazze non hanno neanche il capo coperto ma sono vestite "all'occidentale".
Unico momento in cui mi accorgo di essere io il "diverso" è quando chiedo come mani non vedo in giro cani e la guida mi spiega che per la loro religione non possono tenere cani.
Mediamente sono belle persone.
I ragazzi in percentuale minore delle ragazze, ma ci sono davvero delle persone con dei tratti bellissimi.
Le ragazze, lontane anni luce dall'idea della ragazza hawaiana, sono forse anche più belle delle loro colleghe isolane: tutte loro hanno degli occhi profondi e intensi ed è difficile reggere lo sguardo, anche forse per evitare di creare equivoci che sarebbero complicati da risolvere.
I lineamenti del viso, tipicamente arabi, sono esaltati dal velo che copre il resto del corpo.
La statura è bassa, pensa che io sono molto alto rispetto alla quasi totalità dei locali.
Il ragazzo che mi scorrazza in giro ci tiene a farmi sapere che qua è molto facile portare a letto una ragazza: uno sguardo, un'altro, due chiacchiere e il giorno dopo è nella tua camera da letto...
Argomento cibo: iniziamo con le note dolenti.
Per andare sul sicuro, a mezzogiorno ho scelto dal menù un piatto di tagliatelle di spinaci con sugo di peperoni.
Le tagliatelle erano buone, quasi ben cotte, il sugo ottimo.... ma quei due etti di pepe nero macinato proprio non ci voleva.
Cerco di lenire con un gelato alla vaniglia ma me lo portano al cioccolato.
A cena punto ancor più sul semplice: spaghetti "al'anapolitana", ma specifico che, contrariamente agli ingredienti che mi sono stati detti all'atto dell'ordine, non voglio assolutamente il pepe.
Sorriso gentile e cordiale. "Ok".
Perfetto.
Mai visto degli spaghetti impanati di pepe....
Chiedo un piatto di verdure e mi portano una cosa strana ma buona, stracolma di aglio (ma questo l'ho tolto facilmente) e quindi delle verdure cotte affogate in un mare di sottiletta.
Insomma, diciamo che per sopravvivere ci può anche stare ma al mio ritorno prevedo un'ulcera.
Finiamo con il top della tragedia. Il clima.
Trenta gradi tutto il giorno, umidità 80% e neanche un soffio d'aria.
Un inferno in pratica.
Mi berrei anche le pozzanghere se ci fossero, ma devo fare attenzione a bere solo dalla bottiglia, lavaggio di denti compreso, pena cagotto.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino....
Domani ci trasferiremo a Bandos, dove realizzeremo la maggior parte degli scatti.
Sarà sicuramente più bello che qua: spiagge bianche, palme e servitù/schiavitù al completo, ma sarà anche meno vera.
Ad ogni modo, il primo giorno è passato, ne mancano solo altri nove.
Quanti possono dire di essere alle Maldive pagati e non vedere l'ora di tornare a casa?
Ora aspetto che arrivino gli altri del gruppo per sapere a che ora svegliarmi e poi mi metto a nanna.
A seguire alcune immagini rubate a questa giornata.